Piacere, io sono Pari, e tu?
- Bettina
- 6 mar 2017
- Tempo di lettura: 2 min

Prima di iniziare una partita è buona abitudine, e normale alla Banzai Cup, presentarsi al proprio avversario in occasione dell’incontro a rete per fare il sorteggio per chi batte…vivere quel momento è spesso spettacolare perché capita di tutto…da chi si presenta dicendo PARI invece del proprio nome a chi enuncia formalmente e precisamente il proprio nome e cognome, a chi invece che dare una stretta di mano pone timidamente il dito o l’unghia, all’imbarazzo che già provano un bambino e una bambina nello stabilire un contatto, alle filastrocche per il “bim bum bam” che ormai si allungano sempre di più…al di là del divertimento è chiaramente un momento educativo e sportivo molto importante sia prima della partita che dopo la partita. Stringersi la mano per conoscersi è socialmente importante e farlo alla fine della partita significa rispettare l’altro e suggellare, dopo essersi battuti come guerrieri, la fine della battaglia e il ritorno all’amicizia…Nel tennis è così e così dovrebbe essere in tutti gli sport perché il valore dello sport è proprio quello che ti induce a batterti con tutto te stesso e con quella cattiveria agonistica che ti permette di dare il massimo di te, ma sempre nel rispetto del tuo avversario e talvolta anche accettando e ammettendo la sua superiorità o bravura…Dare il meglio di sé pone di fronte alla necessità di concentrarsi sulla proprio prestazione che non sempre combacia col risultato. Concorrono infatti tanti fattori nel raggiungimento della vittoria spesso anche esterni a noi come per l’appunto la bravura del nostro avversario, ma la consapevolezza di aver dato tutto e aver fatto il possibile per quello che ci riguarda è ciò che ci permetterà di uscire comunque sempre vittoriosi e sereni. Anche quando la partita è stata persa nelle tappe della banzai prevalgono il buon umore e il sorriso sulle facce dei nostri giocatori, forse per il clima sereno o la formula a gironi che permette di giocare più partite. L’essere competitivi è sano laddove competere significa provare a fare il massimo e non per forza superare qualcuno o qualcosa inducendoci ad usare anche metodi non leciti…gli avversari ci saranno sempre e saranno da stimolo a migliorarci, ma ogni obiettivo dovrà essere perseguito per il proprio gusto personale e non per dimostrare qualcosa a qualcuno.



























Commenti